martedì 17 aprile 2012

La poesia epica di Franco Varano
Il giardino medievale
Poesie 1977-1979


Devo confessare che il libro "Antiche Delusioni", prima opera di Franco Varano, mi era piaciuto.
Con il suo linguaggio ermetico, stringato, mai conclusivo, allusivo di ogni possibile interpretazione mi prendeva molto.
Dopo tanti anni Franco ha voluto stupirci ancora.
Per le Edizioni Polistampa ha publicato una raccolta di versi scritti tra il 1977 e il 1979,     "Il Giardino Medievale", scritti in parte inediti e in parte pubblicati su Colletivo R e Quaderni Calabresi.
Questa volta con un eloquio piano, discorsivo, quasi sottovoce ci parla di lotte, emigrazione e martiri.
Non sono rimasto colpito solo dalla sua ansia di cambiamento del mondo nella sua eta' giovanile intorno ai trent'anni, ma anche dalla sua tristezza, dalla malinconia che nell'uomo di lotta nascostamente emerge come una debolezza da non far conoscere o come una dote da poco da minimizzare.
Meglio mostrare la lotta, meglio mostrare lo spirito guerriero che la deliziosa malinconia in cui il suo animo delicato a trent'anni si strugge.   Meglio il compagno duro e puro, meglio il cantore dei martiri, meglio la figura di agevolatore del divenire che l'intimo poeta che canta il travaglio del giorno, la tristezza dell'impotenza giovanile, la malinconica  condizione di guardare il mondo attraverso una oscura lente di pessimismo.
Sono parole dure, pesanti come sassi quelli che il poeta "politico" ci propone. Un mondo sordo, incapace a comprendere. Un mondo che non cambia. Un mondo che resiste.
E Lui li su quel lungotevere a guardare primavere scolorite con l'occhio languido di chi adora il mondo ma non riesce ad afferrarlo perché la paura riempie ogni sua azione e ne impedisce azioni travolgenti che pure la fantasia e il desiderio del cambiamento costruisce.
Un poeta malinconico che canta con occhio struggente la storia che lo circonda e nasconde con la tecnica letteraria quello che il suo animo tra i versi fa venire prepotentemente alla luce.
I versi che scorrono ne "Il Giardino Medievale" sono come reti a maglie ora fitte ora larghe dove il poeta strappato con violenza dal suo luogo fisico, geografico, familiare e a cui lo unisce un rapporto ambivalente di amore e repulsa si manifesta nell'emergere limpido del sentimento d'amore filiale
E un suono delle persone mie amate/ lontano nel loro albergo io sento.
 o in quello della sua terra
Altri figli ameranno/l'aria da cui sono stati separati!..
..dolorosa aggressione / che dura anni/ per il tempo, secoli per chi la riceve.
e quando parlando della Calabria dice
La sua pelle e i suoi vestiti sono segnati
dalle virtù antichissime del riuscire-a-strappare
-con-i-denti frutti e vittorie individuali.
Una pratica di vita quotidiana che rende i suoi uomini
creature disposte
a chiedere, far domande, agitarsi, innervosirsi
o in quello del "Se" straziato dalla lontananza che ha frantumato il suo mondo in tanti microcosmi
Per questo io so/ che non solo la mia divisione/ di infanzia e maturità, sarà divisa/ in tante piccole infanzie ancora/ e in tante piccole maturità, ancora,/..
e ciò nonostante
l'anima resiste/ tutta ragione dinanzi a un cielo, fantasma ammalato.
 Le parole sono a volte  arrotolate e spinose e a volte fastidiosamente lievi nel parlare di cambiamento, di aspirazioni e  di lotte per approntare una nuova società senza ingiustizie
Oscuro è il senso di essere democratici. Il tempo/ presente sta costruendo un cielo per cui non si vede/ niente con cui evadere dalle croci ingrandite.
Ma è quando parla di se, del rapporto tra le proprie aspirazioni e ciò che la realtà gli permette, tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere  che Franco Varano ci regala versi intensi
Il giorno ritornato povero/mi sente/ che ho vissuto da inesperto ...

Mi sembra di essere nell'indifferenza  della piazza/ del mondo: in un quartiere do si stà in cerca di una nullità.

Io starò nel secolo dell'arida solitudine.../nel silenzio assoluto degli orologi elettronici

Nell'indifferenza.../ ... trovata l'intenzione buona/ è un  pallido mondo di desiderio./ Soltanto la misera fede e la misera grazia/ che ci straziano ci accompagnano.

Il silenzio delle arie.../ come la quiete invade il male/ il crudo male che ci subisce/ quando dal corpo penetra i nervi/ dell'anima...

Franco Varano nell'introduzione ci promette che vi sono ben  dieci inediti nel suo cassetto che aspettano di essere partoriti.
Noi li aspettiamo con impazienza.                                                    Franco Mellea

Franco Varano Il giardino medievale 2012 Polistampa Firenze
Per le note di lettura integrali, andare sul sito www.francescovarano.it, poi al blog, e qui alla voce POESIA, scorrere fino a Il Giardino Medievale, poesie e note di lettura.

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