Devo
confessare che il libro "Antiche Delusioni", prima opera di Franco
Varano, mi era piaciuto.
Con il
suo linguaggio ermetico, stringato, mai conclusivo, allusivo di ogni possibile
interpretazione mi prendeva molto.
Dopo
tanti anni Franco ha voluto stupirci ancora.
Per le
Edizioni Polistampa ha publicato una raccolta di versi scritti tra il 1977 e il
1979, "Il Giardino
Medievale", scritti in parte inediti e in parte pubblicati su Colletivo R
e Quaderni Calabresi.
Questa
volta con un eloquio piano, discorsivo, quasi sottovoce ci parla di lotte,
emigrazione e martiri.
Non sono
rimasto colpito solo dalla sua ansia di cambiamento del mondo nella sua eta'
giovanile intorno ai trent'anni, ma anche dalla sua tristezza, dalla malinconia
che nell'uomo di lotta nascostamente emerge come una debolezza da non far
conoscere o come una dote da poco da minimizzare.
Meglio mostrare la
lotta, meglio mostrare lo spirito guerriero che la deliziosa malinconia in cui il suo
animo delicato a trent'anni si strugge.
Meglio il compagno duro e puro, meglio il cantore dei martiri, meglio la
figura di agevolatore del divenire che l'intimo poeta che canta il travaglio
del giorno, la tristezza dell'impotenza giovanile, la malinconica condizione di guardare il mondo attraverso
una oscura lente di pessimismo.
Sono parole dure, pesanti come sassi quelli
che il poeta "politico" ci propone. Un mondo sordo, incapace a comprendere. Un mondo che
non cambia. Un mondo che resiste.
E Lui li
su quel lungotevere a guardare primavere scolorite con l'occhio languido di chi
adora il mondo ma non riesce ad afferrarlo perché
la paura riempie ogni sua azione e ne impedisce azioni travolgenti che pure la
fantasia e il desiderio del cambiamento costruisce.
Un poeta
malinconico che canta con occhio struggente la storia che lo circonda e nasconde con la tecnica letteraria quello che il suo animo tra i
versi fa venire prepotentemente alla luce.
I versi
che scorrono ne "Il Giardino Medievale" sono come reti a maglie ora
fitte ora larghe dove il poeta strappato con violenza dal suo luogo fisico,
geografico, familiare e a cui lo unisce un rapporto ambivalente di amore e repulsa si manifesta nell'emergere limpido del sentimento d'amore filiale
E un suono delle persone mie amate/ lontano nel loro
albergo io sento.
o in quello della sua terra
Altri figli ameranno/l'aria da cui sono stati separati!..
..dolorosa aggressione / che dura anni/ per il tempo,
secoli per chi la riceve.
e quando
parlando della Calabria dice
La sua pelle e i suoi vestiti sono segnati
dalle virtù antichissime
del riuscire-a-strappare
-con-i-denti frutti e vittorie individuali.
Una pratica di vita quotidiana che rende i suoi uomini
creature disposte
a chiedere, far domande, agitarsi, innervosirsi
o in
quello del "Se" straziato dalla lontananza che ha frantumato il suo
mondo in tanti microcosmi
Per questo io so/ che non solo la mia divisione/ di
infanzia e maturità, sarà
divisa/ in tante piccole infanzie ancora/ e in tante piccole maturità,
ancora,/..
e ciò nonostante
l'anima resiste/ tutta ragione dinanzi a un cielo, fantasma
ammalato.
Le parole
sono a volte arrotolate e spinose e a
volte fastidiosamente lievi nel parlare di cambiamento, di aspirazioni e di lotte per approntare una nuova società senza ingiustizie
Oscuro è il senso di
essere democratici. Il tempo/ presente sta costruendo un cielo per cui non si
vede/ niente con cui evadere dalle croci ingrandite.
Ma è quando parla di se, del rapporto tra le proprie
aspirazioni e ciò che la realtà gli permette, tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere che Franco Varano ci regala versi intensi
Il giorno ritornato povero/mi sente/ che ho vissuto da
inesperto ...
Mi sembra di essere nell'indifferenza della piazza/ del mondo: in un quartiere do
si stà in cerca di una nullità.
Io starò nel secolo
dell'arida solitudine.../nel silenzio assoluto degli orologi elettronici
Nell'indifferenza.../ ... trovata l'intenzione buona/ è
un pallido mondo di desiderio./ Soltanto
la misera fede e la misera grazia/ che ci straziano ci accompagnano.
Il silenzio delle arie.../ come la quiete invade il male/
il crudo male che ci subisce/ quando dal corpo penetra i nervi/ dell'anima...
Franco Varano
nell'introduzione ci promette che vi sono ben dieci inediti nel suo cassetto che aspettano
di essere partoriti.
Noi li
aspettiamo con impazienza. Franco Mellea
Per le note di lettura integrali, andare sul sito www.francescovarano.it, poi al blog, e qui alla voce POESIA, scorrere fino a Il Giardino Medievale, poesie e note di lettura.
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