giovedì 13 settembre 2012

Verso Santiago
Il fervore mistico di Nicola Vinci
diario poetico di un viaggio


Con il passar degli anni sto diventando un veterano del cammino verso Santiago, perché è il secondo anno che mi avventuro da solo lungo i percorsi del cosiddetto “cammino francese”. Occorre precisare che ci sono altri cammini per raggiungere Santiago di compostela, come il cammino del nord, quello portoghese e altri che iniziano la partenza dall’interno della Spagna, da Madrid, da Siviglia e così via. 
Parto  il 27 aprile dall’aeroporto di Lametia Terme, con un volo Ryanair, molto economico, 62 euro, verso l’aeroporto di Girona, non lontano da Barcellona (Spagna). 
Pernotto a Barcellona in un modesto Hotel a due stelle, dove incontro altri pellegrini provenienti da Milano. 
L’indomani parto con il treno verso Pamplona.  Mi fermo  un paio di ore a Zaragoza (Saragoza), capitale della regione dell’Aragona, per cambio treno. Approfitto della sosta per visitare velocemente il centro storico della città, ricca di storia, di monumenti e importante sede di una famosa Università.
Raggiungo Pamplona verso le ore 14.00 e subito mi reco alla stazione degli autobus da dove mi parto con il bus per andare a Roncisvalle.  Non appena giunto qui, mi reco nel convento del luogo per registrarmi, vale a dire dare le mie credenziali, come devono fare tutti i pellegrini che iniziano il cammino. Inizio la prima tappa, Roncisvalle – Zubiri, quasi con il buio,la mattina del 29 aprile, e proseguo regolarmente verso Santiago, macinando poco meno di 780 KM. Invece l’anno scorso,
partendo  da Sarria, avevo percorso soltanto 115 KM.  Tappa dopo tappa, il cammino viene documentato da un timbro che si applica su un documento,  consegnato al pellegrino ad inizio di percorso.   Il resto del cammino è raccontato nel mio diario  in versi.

                                                         Verso Santiago

Verso Santiago, un popolo in cammino
per monti, valli, ponti e per sentieri,
sospinto  da una fede e da un destino,
trascina pesi  or gravi ora leggeri.

 In marcia  dagli albori del mattino,
avanti il  passo come dei pionieri,
scruta la strada dritta, pellegrino
di sentimenti incerti e di pensieri.

Il nostro  grande  sogno della vita,
                                      alla ricerca sempre di un   tesoro,
                                      non è l’urna del Santo, custodita

dentro uno scrigno rivestito in oro:
ma è il  sacro cuor di Cristo che ci invita
al suo banchetto, dolcissimo ristoro.

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 Otre Santiago

Stavolta ti regalo una conchiglia,
aggiungila a  quelle della tua raccolta:
arriva da Finesterre. Oltre Santiago,
ho camminato ancora per giungere
 alla riva dove finiscono le terre.
Essa racchiude la storia di secoli remoti,
i silenzi, i rumori e i boati,
marasmi e maremoti, l’affanno del mare,
un lunghissimo sogno secolare.
 Ascolta amore mio…,
 un fossile ora incide nei  liberi byte
 della sua memoria anche la nostra storia  
che giammai sarà sommersa  dall'oblio.

                                                           clicca su play per ascoltare la poesia


Nicola Vinci
Verso Santiago (clicca per scaricare il pdf)
Inpress 2012
Vibo Valentia

2 commenti:

Marcella Mellea ha detto...

Diario bellissimo, denso di sensazioni, sentimenti, impressioni, riflessioni che scorrono armoniose e provengono da un'animo profondo e sensibile. Parole intense in grado di far sentire l' animo vibrare difronte alle bellezze dei paesaggi e alla comunione con gli altri. Un cammino, a volte faticoso, lungo vie che restituiscono forza e vigore inaspettati. un cammino che rinfranca lo spirito e conduce verso la dimensione vera e profonda dell'essere umano. Un cammino lungo quel posto solitario nel nostro cuore che appartiene solo a noi e ci dice chi siamo: quel posto etereo, senza luogo e senza tempo, che è la nostra anima. Grazie Nicola! Grazie di cuore per averci voluto regalare il privilegio di condividere con noi questo bel diario...il diario della tua anima!!!.

Natale Fabiano ha detto...

che al giorno d'oggi la poesia abbia ben poco spazio in una quotidianità sempre più asfittica non rappresenta una novità, ma purtroppo una consuetudine.meno male che esistono le eccezioni. è ormai da tempo che mi sono accostato alla produzione poetica di Nicola Vinci, papà di mia moglie, e ne ho sempre apprezzato la profondità del pensiero e del sentimento, privilegiandone peraltro la proprietà del linguaggio, l'utilizzo delle parole giuste al posto giusto. Qui una poetica esperta riesce a coingiungersi con il profondo sentire di un animo pellegrino, nel quale il cammino non è già semplicemente Santiago ma, per l'appunto, la continua ricerca dell'anima stessa. Non occorre aggiungere altro: pollice in sù e vivissimi complimenti per un lavoro stupendo, ancora migliore per ciò che ha animato la "vis poetandi".