lunedì 5 marzo 2012

8 marzo 2012 festa delle donne Mimosa Minima poesia d'amore



Vibra il tuo petto infinito
tra le mie mani che sudano affanno
e le parole si fanno avanti  nel buio
scacciando carezze e intessendo storie di noi  bambini all'acquafrinda
con scope di felci strascicate tra i sassi a pulire fichidindia
e i piedi nell'acqua possente che vorticosa scendeva

Perché mi parli di allora?
Le lucciole notturne dell'estate amanteana
ancora hanno bagliori

Tornano a volte ventate cristallizzate  di cose
né vive né morte
nostre e non più nostre
spirito confuso nell'aria
come nebbia nella nebbia
e ci parlano di un tempo splendente
e si confrontano con la triste dolcezza dell’oggi

Che baci amore mio
dopo un lungo camminare
che baci amore mio
dopo un esperto nascondersi
e che musica
che affanno
che rabbia
e quante stelle dopo l'amore su quelle spiagge
Sirio luminosa e il gran carro che cantava
il sudore dei corpi scossi dai tumulti
e le labbra succhiate fino al delirio
Quant'amore e confuse vertigini di abbandono

Ti guardo dolcemente addormentata
le tumultuose vibrazioni un ricordo
mentre respiri leggera di vita
tra fragranze e il lavoro della tua parrucchiera
Respiro profondamente questa mistura di sommersi
tra il prima e il presente
tra il pensiero carnale dell’oggi
e lo sbiadito ricordo di un tempo
e mi pare che ci appartenga ogni cosa
se come mimose restiamo attaccati alla terra.

1 commento:

Marcella Mellea ha detto...

poesia tenera, nostalgica e piena d'amore. Bravissimo !!!