L’appello
ai cittadini, volevo ricordarlo, trova certamente le sue ragioni:
- nel fallimento dei partiti e dei loro rappresentanti locali che si sono posti come un’oligarchia locale inamovibile;
- in una gestione tesa a difendere interessi privatistici;
- nella mancanza di trasparenza, nella diffusa illegalità e nel crescente degrado;
- nel costo umano, sociale e culturale ( crisi di identità, paura, insicurezza, inquietudine, desiderio di fuga, sfiducia nella politica), e anche economico( crisi del turismo etc);
- nella necessità di invertire la rotta e di operare una svolta democratica tale da segnare una discontinuità con il vecchio modo di amministrare la nostra città e, quindi, dal bisogno di chiamare a raccolta i cittadini per operare questo cambiamento;
- nella necessità di ricordare a tutti quello che diceva John Fitzgerald Kennedy:
"Un uomo fa
quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali
che siano gli ostacoli, i pericoli o pressioni. Questa è la base di tutta la
moralità umana".
L’appello però non è solo il
risultato di un’analisi politica locale ma è soprattutto espressione di un
progetto che contiene in sé alcuni elementi che, sinteticamente, qui di seguito
vorrei indicare:
- innanzi tutto un cambiamento di metodo di gestione della cosa pubblica che dovrebbe coinvolgere i cittadini, nei limiti del possibile, nell’analisi e nelle proposte di soluzione dei problemi della città per una crescita culturale e civile; in questa direzione acquistano enorme valore l’informazione, la comunicazione, la collaborazione, la trasparenza, il lavoro di squadra;
- avviare, perciò, in questa città, un graduale passaggio da una democrazia di delega in bianco ad una democrazia partecipativa secondo esperienze consolidate ormai in tante altre parti del mondo;
- · rifiutare i partiti nazionali e le classi dirigenti che li rappresentano perché condizionati e legati ad interessi che non sono del nostro territorio; i contributi finanziari europei spesso hanno come effetto quello di rafforzare la mafia, la classe dirigente attuale che non vuole il cambiamento e blocca nel sud in particolare la cultura del fare;
- · scegliere la città, anzi il quartiere, per stabilire rapporti, analizzare problemi fare proposte, crescere in consapevolezza e migliorare la qualità della vita; sentire e sviluppare il senso di appartenenza ad un luogo, ad una cultura, ad un popolo
- · mai dimenticare che due sono le risorse fondamentali: le persone e il territorio: le prime devono crescere nella conoscenza del fare e del progettare e del collaborare; il secondo deve essere difeso dall’assalto criminale in atto e utilizzarlo per uno sviluppo ecosostenibile e a difesa della salute.
1 commento:
Analisi lucida della generale situazione di degrado della città, progetto chiaro e responsabile per un auspicato possibile miglioramento sociale-economico-culturale
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